Il curry è una miscela di spezie di origine indiana sempre più utilizzata nella cucina occidentale per insaporire molti piatti, dai primi, come riso e pasta, ai secondi di pesce e di carne. Uno su tutti, il pollo al curry, piatto ormai sdoganato e rivisitato in molte ricette. Se volete provare la nostra versione, la trovate qui.
Che cosa contiene il curry? Nella sua preparazione non esiste una ricetta unica. In India infatti, a seconda della regione, ne esistono infinite varianti, con l’aggiunta ad esempio di latte di cocco, yogurt o burro. Tuttavia le spezie che non possono mancare sono la curcuma, lo zenzero, il cardamomo, il coriandolo, il pepe nero, il cumino, la noce moscata, il fieno greco, i chiodi di garofano, la cannella, lo zafferano e il peperoncino.
La miscela del curry apporta dei veri e propri effetti terapeutici nei confronti di svariate affezioni, tanto da spingere ricercatori di tutto il mondo a compiere indagini più approfondite. Le proprietà benefiche derivano principalmente dalla presenza della curcumina, responsabile anche della colorazione gialla del curry.
La curcumina svolge un’azione anticancro, possiede inoltre proprietà antinfiammatorie utili a ridurre i fastidi di artrite e reumatismi e, da recenti studi delle Università di Catania e di Pavia in collaborazione con il New York Medical College, ha anche un ruolo cruciale nella prevenzione di malattie neuro-degenerative come il Parkinson e l’Alzheimer.
Uno studio pubblicato sull’American Journal of Cardiology infatti ha rilevato che le persone che assumono curcumina avrebbero ben il 65% in meno di probabilità di avere un infarto.
Grazie alla presenza del peperoncino, il curry ha un’azione vasodilatatrice ed è utile anche per lo stomaco perché favorisce la digestione.
Peperoncino e zenzero aiutano a ridurre l’assorbimento di colesterolo a livello intestinale e, innalzando la temperatura del corpo, inducono al naturale consumo di calorie.
La cannella, invece, si comporta come modulatore del rilascio del glucosio nel sangue, rallentando così la comparsa del senso di fame.
Il cumino veniva utilizzato dalle popolazioni indiane fin dall’Antichità perché combatte il gonfiore addominale e l’alitosi ed è utile per favorire la digestione.
I chiodi di garofano svolgono un’azione antibatterica utile sia contro le infezioni del cavo orale, sia a livello intestinale per regolarizzare la flora batterica.
Il curry è indicato nei regimi alimentari ipocalorici perché non fa ingrassare e insaporisce i cibi usandolo in quantità davvero modeste.
Sostituendo il curry al sale, inoltre, si migliora la circolazione sanguigna e si elimina la causa della ritenzione idrica.
Il curry si può acquistare ormai in quasi tutti i supermercati ed è preferibile consumarlo in un beve periodo dopo l’apertura poiché non conserva a lungo il suo aroma. La versione in pasta potrebbe essere un’alternativa più durevole. Le spezie che lo compongono non contengono glutine, rendendolo adatto anche per i celiaci. Tuttavia, in quello più industriale e, ancora di più, in quello usato nella preparazione dei cibi pronti, vengono spesso aggiunti degli amidi, tra cui quello di frumento.
Il consiglio è quindi quello di leggere sempre bene l’etichetta del prodotto, per beneficiare delle proprietà di questo portentoso ingrediente senza preoccupazioni.