Un insetto che non fa rumore, non punge, è bello da vedere e non vuole saperne di disturbare gli altri animali. Non è un sogno signori, si chiama farfalla.
Oggi ne parliamo per sfatare uno dei luoghi comuni più diffusi su questi esemplari: “la farfalla sopravvive solo per un giorno.”
Prima però è interessante ricordare il percorso di trasformazione che compie prima di svolazzare tra le piante e le nostre case.
Mamma farfalla, dopo un accoppiamento con il maschio della durata di circa 2 ore, depone delle piccole uova rotonde. Può decidere di lasciarle “cadere” mentre vola, oppure scegliere una pianta su cui depositarle.
L’uovo bianco nel giro di un paio di giorni inizia a farsi più scuro, tendente al giallo, e nel giro di 5 giorni è pronto per schiudersi. Il piccolo bruco al suo interno fora la parte superiore per poter uscire all’aria aperta e subito si nutre delle micro sostanze del guscio peravere le energie per iniziare a cercare una pianta come nutrimento.
Quando una farfalla depone le uova direttamente sulla pianta, il bruco potrà saltare la fase della ricerca, che comunque durerà poche ore. I bruchi possono sopravvivere da poco più di una settimana a tre anni, durante i quali il loro unico scopo è quello di aumentare la loro massa corporea, nutrendosi delle foglie della pianta ospite.
Dopo aver compiuto alcune mute della pelle per potersi difendere dai predatori, il bruco è pronto alla prima trasformazione: la pelle esterna si indurisce andando a formare un vero e proprio guscio protettivo: è una crisalide, lo stadio intermedio tra bruco e farfalla. All’interno del guscio avviene una serie di trasformazioni che porteranno alla nascita della farfalla. I tempi differiscono in base alla specie, ai fattori ambientali e all’esposizione ai pericoli esterni.
Può vivere un solo giorno, certo, se qualche altro essere vivente la sceglie come preda, o se si verifica un evento ambientale che la colpisce direttamente. È assolutamente sbagliato, però, pensare che il ciclo di vita naturale di una farfalla si concluda in 24 ore.
Per fare un esempio esaustivo, prendiamo le due specie agli antipodi per quanto riguarda la longevità: le farfalle della Costa Rica sopravvivono al massimo due giorni, la Vanessa Atiopa (una specie presente in tutto il mondo) può arrivare anche a compiere un anno di vita.
Un esemplare interessante è la farfalla monarca, che vive tra Stati Uniti e Messico e compie lunghe migrazioni. In tal caso, la durata della vita dipende dal periodo dell’anno in cui avviene l’ultima fase della metamorfosi. Se si verifica d’estate, allora le farfalle compiono l’intero ciclo di vita, compresa la riproduzione, nel luogo in cui sono “nate”.Se invece ci si trova in un periodo invernale, la farfalla compierà lunghe migrazioni (andata e ritorno) per potersi riprodurre e dovrà utilizzare una grande quantità di energia. Questo fattore, unito agli altri che abbiamo già menzionato, fa la differenza sui tempi di sopravvivenza dell’insetto: dai 14 giorni agli 8 mesi di media.
Mito sfatato.
Ce lo raccomandano da quando siamo piccoli e ci sono almeno quattro ragioni per non farlo: le ali sono ricoperte di microscopiche scaglie colorate, responsabili dell’affascinante colorazione delle farfalle. Toccandole, tale “polvere” viene facilmente eliminata, rendendone difficile sia la mimetizzazione che la capacità di dissuadere i predatori. La farfalla, inoltre, rischia di non essere più riconosciuta dagli altri esemplari, perciò verrebbero compromesse le sue possibilità di riproduzione. Le ali sono infine fondamentali per l’assorbimento del calore, immagazzinato e poi sfruttato nei periodi freddi.
Poi, diciamolo: perchè mai dovremmo disturbare uno dei pochi insetti che ci lasciano in pace?