Ogni nostra abitudine ha un impatto sull’ambiente. Stiamo imparando a riconoscere ciò che nuove alla salute del pianeta e limare il nostro impatto ambientale con piccoli gesti quotidiani, ma non tutto dipende da noi; la strada è ancora lunga… Ed è parte del problema.
Non sono solo i carburanti a inquinare: l’asfalto stesso impatta sulla qualità dell’aria e l’inquinamento del suolo. Le emissioni dai tubi di scarico dei veicoli e quelle provenienti dall’asfalto a contatto con gli pneumatici si dividono, in egual misura, la responsabilità totale dell’inquinamento derivante dalle strade.
Una ricerca portata avanti dalla Yale University, basata su esperimenti di laboratorio, ha rivelato che l’asfalto è una pericolosa fonte di smog. Gli scienziati hanno scoperto che all’aumentare della temperatura (20 gradi di escursione termica) il campione di asfalto prelevato produceva il doppio delle emissioni. Ancora più preoccupante è il dato basato sul contatto diretto tra “strada” e raggi solari: le emissioni inquinanti quadruplicano.
Difficile pensare: “È solo un esperimento”, vista l’emergenza surriscaldamento globale di cui siamo a conoscenza ormai da decenni. Le temperature raggiunte in laboratorio coincidono con quelle registrate nelle grandi città in giornate estive particolarmente calde, una realtà che andrà intensificandosi nei prossimi anni, prima che le contromisure “ambientaliste” a tutti i livelli producano i loro effetti.
È con l’aggiunta di alcuni additivi che è possibile ridurre l’impatto ambientale dell’asfalto. L’azienda italiana Iterchimica, situata nei pressi di Bergamo, produce già dagli anni ’60 questi materiali, inizialmente con l’obiettivo di rendere le strade più efficienti, evitando la formazione di buche e infiltrazioni d’acqua. “Dopo pochi anni sono stati sviluppati nei nostri laboratori gli additivi rigeneranti, quando ancora non si parlava di economia circolare e recupero dei materiali” ha dichiarato l’amministratore delegato Federica Giannattasio. Oltre a evitare lo smaltimento in discarica del materiale fresato e l’estrazione di nuove materie prime, il risparmio è riscontrabile anche sul piano economico: l’asfalto può essere riutilizzato fino al 100% per realizzare nuova pavimentazione.
Dopo circa quindici anni di ricerche, l’azienda è arrivata a produrre altri additivi che abbassano sostanzialmente la temperatura di produzione dell’asfalto. Ne consegue una consistente riduzione del consumo energetico e di emissioni di CO2.
Una ricerca che ha invece calcolato la differenza tra emissioni da “asfalto puro” e quelle da “asfalto con additivi” arriva dall’Olanda, precisamente dall’Università di Eindhoven. Gli studiosi hanno ricoperto l’asfalto di un rivestimento in biossido di titanio(TiO2), una polvere che funge da “convertitore” da sostanze inquinanti ad altre meno pericolose. Essenzialmente questo materiale rompe le molecole tossiche rendendole inoffensive.
È risultata una diminuzione media del 19% per quanto riguarda l’inquinamento da ossidi di azoto (responsabili di smog e piogge acide), mentre nelle giornate più calde e soleggiate la percentuale è salita al 45%, poiché i catalizzatori del TiO2 vengono attivati proprio dalla luce solare.
Lo studio olandese era stato pubblicato nel 2013 e aveva letteralmente aperto nuove strade.
Nel 2019 infatti un team di ricercatori proveniente dall’Università di Bologna, dal Politecnico di Milano, CNR e Italcementi, ha scoperto un altro materiale che, aggiunto al diossido di titanio, andrebbe a degradare fino al 70% delle molecole pericolose. Si tratta del grafene, ottenuto dall’esfoliazione della grafite di base. Il composto può essere utilizzato anche sulle pareti esterne degli edifici, oltre che su strade e marciapiedi.
Le ambizioni degli studiosi non si fermano: l’intenzione è quella di utilizzare il cemento e i suoi additivi come “stimolatori” di calore, sia nelle case che nelle strade in periodi particolarmente freddi. Il progetto è stato presentato nel febbraio del 2019 e le ricerche stanno proseguendo, per un futuro sempre più green.