Parliamo di birre analcoliche

I consumi sono (sorprendentemente) in crescita tra le nuove generazioni. Cosa sono le birre light e come vengono prodotte?

Parliamo di birre analcoliche

Birre a bassissimo tenore alcolico erano già prodotte nell’Europa del Medioevo, perché considerate più sicure dell’acqua contaminata. Per lo stesso motivo vennero utilizzate nelle colonie del Nord America, dove venivano chiamate “small beer”.

Durante il Proibizionismo negli USA i birrifici, per lo meno quelli che ne erano in grado, si dedicarono alla vendita di birre analcoliche. Si trattava di aggiungere un passaggio alla fine del processo produttivo, rimuovendolo una volta ritirate le restrizioni.

Per rendere una birra “light” esistono oggi due metodi:

  1. La birra viene scaldata, in modo da far evaporare l’alcool (il cui punto di ebollizione è più basso di quello dell’acqua). L’utilizzo di cappe aspiranti permette di ridurre il calore necessario.
  2. L’osmosi inversa prevede l’utilizzo di una membrana polimerica che lascia passare soltanto le molecole di alcool e di acqua, separandole dal resto degli zuccheri. L’alcool viene poi eliminato per distillazione e l’acqua re-immessa nel soluto, evitando così di riscaldare l’intera miscela e alterarne troppo i sapori.

Oggi i consumi di birra light sono in crescita, complice la maggiore attenzione delle nuove generazioni verso il fitness e l’alimentazione; si stima che nel 2024 saranno addirittura raddoppiati.Per adesso un terzo della birra analcolica è consumata in Medio Oriente, mentre in Europa è la Spagna il maggior produttore e consumatore.

“Ma che gusto c’è – ti chiederai – a bere una birra senza neppure quel minimo di alcool?”

In effetti la birra è già di per sé una bevanda leggera, ma non sono così rare le situazioni in cui anche quel poco diventa troppo, magari perché si guida o per ragioni di salute, ma anche per scelte religiose o puramente personali. Certo, si può sempre optare per un succo di frutta o una qualsiasi bibita, ma per non rinunciare al fattore psicologico della “birretta”, la versione alcool-free può essere un discreto sostituto.

Ecco cosa devi sapere se stai pensando di provarla.

Light non sempre è 0

Perché sia definita analcolica, il tasso alcolemico di una birra può essere pari o inferiore all’1,2%. Se le tue labbra non devono toccare alcool neanche per sbaglio, assicurati che sia davvero a 0%.

Non è proprio uguale uguale uguale

Un’altra cosa da dire è che no, non ha lo stesso sapore: l’eliminazione dell’alcool comporta la perdita di gran parte delle note amarognole e acide, cosa che può essere più o meno gradita a seconda dei gusti. Anche la schiuma appare meno persistente, vagamente più simile a quella di una bibita gassata. Insomma, un buon surrogato se non puoi scegliere una birra “normale”, ma se lo fai per “vedere se è più buona” forse ti conviene restare sulle artigianali.

Light sì, ma…

L’alcool contiene 7kcal/g, gli zuccheri 4. Una birra analcolica, quindi, sarà leggermente meno calorica rispetto a una normale bionda, ma si tratta comunque di una bevanda a base di acqua e zuccheri semplici. Vero, contiene minerali e polifenoli, ma va consumata con moderazione come qualsiasi altra bevanda zuccherata.

Discorso a parte per gli sportivi, per i quali si rivela un ottimo integratore di elettroliti dopo un allenamento.