Noto anche come “Carta da Musica”, il pane Carasau si presenta come una sfoglia ruvida, sottile e croccante. La ricetta ha radici molto antiche ed è radicato nella cultura sarda: essendo facile da conservare senza perdere le proprie caratteristiche, si adattava particolarmente allo stile di vita dei pastori.
La preparazione artigianale è piuttosto laboriosa: l’impasto viene steso e tirato diverse volte, fino ad ottenere dei dischi molto sottili. Durante la cottura l’impasto si gonfia e viene tagliato lungo il perimetro del disco: in questo modo si ottengono due sfoglie che vengono lasciate raffreddare, separate da panni di lino. L’ultima fase è la “carasatura”, in cui i sottili dischi di impasto vengono cotti per la secondo volta, assumento un colore dorato e una consistenza friabile e croccante.
Il modo più semplice di consumarlo è al naturale, o arricchito da qualche goccia d’olio per ottenere il famoso “Guttiau”: perfetto per uno snack o per stuzzicare l’appetito all’inizio del pasto.
Decisamente più sostanzioso è invece il “Frattau”, dove il pane inumidito viene coperto di sugo di pomodoro, pecorino e uova e le sfoglie vengono sovrapposte: qualcuno lo prepara omettendo le uova, ma sicuramente si può considerare un piatto vero e proprio più che uno spuntino.
Un’idea originale che non richiede cottura è ammorbidire immergendolo per qualche secondo in acqua fredda, quindi farcirlo e arrotolarlo a creare degli involtini. Un finger food molto apprezzato e declinabile per soddisfare tutti i gusti. Il nostro consiglio? Una farcitura a base di mousse di tonno e formaggio spalmabile, con pomodori secchi tritati: basterà frullare gli ingredienti per qualche minuto con un po’ di succo di limone.
Ci sono anche ricette che prevedono l’utilizzo delle sfoglie sovrapposte come basi per torte salate, lasagne e sformati: ti sta già venendo qualche idea?