Proprio il panettone, uno dei dolci simbolo delle feste, sembra sia frutto di un guaio culinario. In questo articolo potrai scoprire altre quattro ricette che nascono da vere e proprie sviste in cucina.
Una delle preparazioni basilari della pasticceria è nata per errore, quello commesso da un giovane apprendista francese. La leggenda narra che, per sbaglio, il giovane fece cadere un liquido caldo (secondo alcuni era latte, secondo altri panna) sopra il cioccolato. Il suo maestro lo rimproverò con voce tonante chiamandolo ganache, ossia pasticcione. Poi però si accorse che quello era l’errore più delizioso mai commesso prima!
Gli apprendisti francesi ne combinavano di tutti i colori e…per fortuna! Anche la famosa crêpe suzette sembra essere opera di un giovane, un certo Henri Carpentier, al quale il re Edoardo VII in persona (al tempo ancora principe di Galles) ordinò una crêpe. In preda all’emozione, l’apprendista versò troppo liquore nella salsa e questa prese fuoco. Ma non era bene far aspettare sua (futura) maestà, così il piatto venne servito ugualmente. La ricetta colpì il Principe a tal punto da chiedere di battezzare la crêpe con il nome dell’unica ospite femminile al tavolo, una donna di nome Suzette!
No, non è uno scherzo! Dopo il panettone, a Milano nasce per errore anche il celebre risotto allo zafferano, detto anche “alla milanese”. Secondo un manoscritto, tra i maestri vetrai fiamminghi che lavoravano al Duomo c’erano anche un certo Valerio di Fiandra e il suo assistente, soprannominato “Zafferano” perché aggiungeva la spezia a tutte le pietanze. Verso la fine del ‘500, il giorno delle nozze della figlia di Valerio di Fiandra, Zafferano si accordò con il cuoco per aggiungere per gioco un po’ della sua amata spezia al risotto, allora servito solo con il burro. La sorpresa degli invitati fu tanta ma il sapore era ottimo e il colore, simile a quello dell’oro, rese il risotto un simbolo di prosperità e ricchezza.
Siamo nella Capri degli anni ‘30 e tre gangster mandati da Al Capone entrano nella pasticceria di Carmine di Fiore per fare acquisti. Il pasticciere, ansioso o semplicemente distratto, si dimentica di aggiungere la farina all’impasto della torta di mandorle richiesta dai malavitosi. Quello che servì loro è tutt’ora un dolce successo: una torta così buona che non si può rifiutare!