Maledette cimici

In casa sono tutt'al più fastidiose, ma per chi ha un orto possono essere un grosso problema. Come difendersi?

Maledette cimici

D’accordo, il fastidio che ci provocano le zanzare non è assolutamente paragonabile, ma quanto è odioso l’insetto che prende il suo posto sul finire della bella stagione?         

Se per noi non è nocivo (non punge e non veicola malattie per l’uomo), al massimo fastidioso per il ronzio che produce e per l’odore, i veri nemici delle cimici sono gli agricoltori, assai più penalizzati dalla loro presenza.

La cimice del pomodoro

Chiariamo subito questo aspetto: emana lo sgradevole odore che tutti conosciamo perché la sua unica arma di difesa consiste in delle ghiandole odorifere, che hanno uno sbocco verso l’esterno. Queste ghiandole contengono sostanze volatili ad azione repellente che vengono “liberate” nel momento in cui l’insetto si sente minacciato: il superpotere peggiore del mondo.

Esistono diverse specie di cimice in natura, oggi ci concentreremo sulla più diffuso in Italia, la Nezara Viridula (tipica cimice verde), e sulla Halyomorpha halys (la cimice asiatica), il nuovo incubo degli agricoltori europei. 

La prima è anche detta “cimice del pomodoro” poiché è particolarmente attratta dall’ortaggio rosso. Si nutre della linfa della pianta, praticando delle punture che, oltre a rovinare i frutti e far seccare la foglia, possono veicolare malattie dannose per il raccolto. I danni maggiori li provocano soprattutto sulle piante da frutto, ma anche alle crucifere portano grossi fastidi. 

La cimice si muove durante il giorno, restando praticamente immobile nelle ore notturne. Nel periodo estivo le femmine depongono le uova, solitamente sulle foglie delle piante; la schiusa avviene dopo 20 giorni, dando alla luce circa una trentina nuovi esemplari. Se hai un orto, in giardino o sul balcone, esamina regolarmente le tue piante per eliminare eventuali uova: la prevenzione è la miglior difesa. 

Come tenerle alla larga

L’opzione più rapida per evitare che invadano le case è acquistare una zanzariera.

Per allontanarle dalle piante, invece, si può nebulizzare del sapone di Marsiglia sciolto in acqua, che le uccide per soffocamento e non è pericoloso per l’ambiente e i frutti. Esistono anche trappole a base di feromoni di aggregazione.

La devastatrice asiatica

Coldiretti rivela: 740 milioni di euro di danni complessivi per il frutteto Italia a causa della Haylomorpha halys, di cui 280 in Emilia, 160 in Veneto, mentre Lombardia, Trentino e Liguria hanno avuto una ricaduta economica negativa più accettabile.

L’insetto, detto “asiatico” perché originario di Cina, Giappone e Taiwan, fece il suo ingresso nel 1998 negli Stati Uniti a causa, si dice, di un errore. Per lo stesso motivo nel 2012 la presenza della prima “colonia” è stata registrata nel modenese e da quel momento si è diffusa in tutta Europa provocando ingenti danni.

Il 18 giugno di quest’anno, in seguito a uno studio durato 3 anni, è iniziata ufficialmente la vendetta degli agricoltori, tramite il lavoro coordinato di CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e FEM (Fondazione Edmund Mach, Trento). La soluzione è arrivata dalla natura, in particolare da un altro insetto chiamato vespa samurai, proveniente dalle stesse zone di origine della cimice. È l’unico predatore naturale della devastatrice di raccolti, così i ricercatori hanno dato vita allo SWAT (Samurai Wasps Action Team), liberando, nelle zone in cui si è registrata una massiccia presenza di cimice asiatica, qualche migliaio di femmine rilasciate a gruppi di un centinaio, a intervalli di una ventina di giorni. La vespa, di dimensioni minuscole (circa 2 mm), è innocua per l’uomo (a differenza di altre specie), e parassita le uova della cimice iniettando al loro interno le proprie uova. 

I risultati si vedranno nei prossimi anni, poiché la Haylomorpha halys ha la capacità di depositare fino a 500 uova, con tempistiche di incubazione di circa 50 giorni. Dal 2012 a oggi in sostanza, vivono nell’Unione Europea un numero impressionanti di questa specie.

La partita è iniziata, il mondo intero fa il tifo per le “mini vespe”. Ce la faranno le nostre eroine?