Per definizione, la vendemmia è il periodo in cui l’uva viene raccolta dai vigneti per essere trasportata verso le cantine.
Se in passato questa attività coinvolgeva quasi esclusivamente le famiglie proprietarie dei terreni, oggi, con l’aumento degli spazi e la riduzione dei tempi, richiede moltissima manodopera. Si tratta di un lavoro assai faticoso e ripetitivo, eppure molte persone ogni anno scelgono di partecipare: il merito è del clima di festa e solidarietà che accompagna le lunghe giornate di raccolta, rendendole divertenti.
Il periodo della raccolta va dalla fine di agosto agli inizi di ottobre, a seconda delle caratteristiche climatiche del luogo.
È preferibile raccogliere soltanto l’uva che ha raggiunto una maturazione ideale per il vino che si andrà a produrre: uve più mature daranno vini più forti grazie al maggior apporto zuccherino, mentre acini più acerbi presenteranno una maggiore acidità, desiderabile per vini più freschi e leggeri: alcuni produttori praticano quindi la vendemmia scalare, raccogliendo in momenti successivi i grappoli di uno stesso vigneto, o la vendemmia selettiva, che differenzia la raccolta in base alla varietà della vite.
I grappoli vengono recisi e depositate con cura nelle cassette, rispettando un limite di peso che prevenga lo schiacciamento di quelli sul fondo. È fondamentale controllare l’aspetto della buccia e la consistenza della polpa, che influenzeranno il profilo sensoriale del vino ed evitare di riporre uva bagnata nei contenitori, in quanto è più soggetta alla contaminazione da muffa.
Negli ultimi decenni è stata introdotta anche la raccolta meccanica, che avviene grazie a macchinari che scuotono le vigne e ne raccolgono i frutti. Questo riduce drasticamente le tempistiche e i costi dell’operazione, ma presenta alcuni difetti: innanzitutto l’impossibilità di selezionare i singoli grappoli, in secondo luogo la maggiore probabilità di rompere gli acini, provocando una fuoriuscita di mosto che accelera l’ossidazione del prodotto.
Questi sono i motivi per cui in Italia la vendemmia manuale è generalmente preferita, se non obbligatoria per alcune etichette d’eccellenza.
In Italia si producono circa 50 milioni di ettolitri di vino l’anno e la vendemmia interessa tutte le regioni ogni autunno. Alla fatica seguono i festeggiamenti, che celebrano la fine dei lavori, ma anche la consapevolezza di aver contribuito ad una vera eccellenza italiana.
Perché senza una buona vendemmia non si può ottenere un buon vino.