Le maschere del Carnevale di Venezia

In vista del giovedì grasso, scopriamo insieme le diverse maschere del Carnevale di Venezia e i loro significati!

Le maschere del Carnevale di Venezia

Le maschere del Carnevale di Venezia sono un simbolo di questa storica manifestazione, una delle ragioni che la rendono unica. Nell’articolo esploreremo alcune delle maschere più affascinanti e meno conosciute del Carnevale Veneziano, svelando curiosità e dettagli che forse non tutti conoscono.

La moretta

La Moretta, originariamente chiamata “Muta”, è una maschera che incarna il fascino del silenzio. Questa maschera ovale, solitamente indossata dalle donne, era fatta di velluto nero e copriva completamente il viso, lasciando scoperti solo gli occhi. La particolarità sta nel modo in cui veniva tenuta: non aveva lacci, ma un bottone o una piccola morsa che la portatrice doveva tenere in bocca, costringendola al silenzio. Questo dettaglio aggiungeva un’aura di mistero e seduzione, poiché la donna poteva comunicare solo con lo sguardo.

Il Medico della Peste

La maschera del Medico della Peste, con il suo lungo becco, è una delle più riconoscibili. La sua origine, però, non è legata al Carnevale, ma alla peste che nel ‘600 colpì duramente tutto il nord Italia. Il “becco” era utilizzato dai medici per inserire erbe aromatiche credute in grado di purificare l’aria contaminata. Questa maschera, divenuta simbolo del Carnevale, è un perfetto esempio di come la storia e la leggenda si intreccino nelle tradizioni veneziane.

La Gnaga

Meno conosciuta ma molto interessante è la Gnaga, una maschera che permetteva un gioco di ruoli audace per l’epoca. Gli uomini la indossavano per impersonare donne, spesso in modo caricaturale. Questo travestimento andava oltre il semplice divertimento, rappresentando una forma di sovversione sociale e un modo per esplorare l’identità di genere in un’epoca in cui tali questioni erano tabù.

Il Baùtta

Il Baùtta è forse la maschera che meglio rappresenta l’eleganza e il mistero del Carnevale veneziano. Composta da un mantello nero (tabarro), un tricorno e una maschera bianca che copre metà volto (larva), era indossata sia da uomini che da donne. Il Baùtta permetteva un anonimato completo, cosa che in una società stratificata come quella veneziana, offriva un’emozionante libertà. Era comune indossarla anche fuori dal periodo carnevalesco, per frequentare i casinò o per incontri amorosi clandestini.

Fasi lunari e Carnevale

Una curiosità affascinante è il legame tra il Carnevale di Venezia e le fasi lunari. La data del Carnevale, infatti, viene calcolata in base al calendario lunare: inizia due settimane prima della Quaresima e termina il giorno prima del Mercoledì delle Ceneri, legato alla Pasqua, che a sua volta dipende dalla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera.

In questo viaggio tra le maschere del Carnevale di Venezia, abbiamo scoperto che dietro ogni maschera si nasconde non solo un volto, ma un intero universo di storie, tradizioni e curiosità. Un universo che continua a vivere e a evolversi, mantenendo vivo il fascino senza tempo di una delle feste più suggestive e caratteristiche del mondo!