L’acqua ossigenata: quando e come va usata

L’acqua ossigenata: quando e come va usata

Aprire un cassetto (o scaffale o armadietto) dei medicinali e non trovare acqua ossigenata. Conseguenza: iniziare a cercare in bagno, nello sgabuzzino, tra i prodotti per lavare, tra i cosmetici o in frigorifero. Già, perché non esiste casa che in un angolino inesplorato non nasconda perossido di idrogeno, come non esiste persona che non ne abbia bisogno almeno una volta nell’arco di un anno. Sembra semplice: prendiamo l’acqua (H2O), aggiungiamo un atomo di ossigeno (O), ovvero “ossigeniamo”, e vedremo apparire il prodotto dai mille usi: H2O2.

Breve storia

Eppure non è un prodotto facile da ottenere: ci sono voluti quasi 80 anni di studi, dalla prima intuizione, per arrivare a produrre il primo flacone in laboratorio.

Nel 1818 il chimico francese Louis Jacques Thénard sperimentò una reazione tra perossido di bario e acido nitrico, ottenendo perossido di idrogeno. Fu il tedesco Richard Wolffenstein a sintetizzare per la prima volta acqua ossigenata in forma pura nel 1894, grazie a un gran numero di ricerche per le quali è da ricordare il prezioso contributo di due scienziati britannici, William Penney e Gordon Sutherland.

Disinfettante

Non appena viene a contatto con una ferita, l’H2O2 reagisce immediatamente liberando ossigeno e uccidendoi microrganismiche potrebbero provocare un’infezione.

In commercio è acquistabile solo acqua ossigenata diluita: la soluzione pura, infatti, ha una temperatura di ebollizione di 150° e, a contatto con alcune sostanze, può causare esplosioni. Il prodotto diluito, l’acqua ossigenata che utilizziamo quotidianamente, bolle a 114° ed è decisamente più sicura.

Oltre che sulla pelle, si può utilizzare anche in sede orale per combattere herpes labiale, gengiviti e ferite di lieve entità interne alla bocca (occhio però, perché a volte brucia!). Consigliamo di diluirla con una pari quantità di acqua potabile e di fare attenzione a non ingerirla.

In ambito medico viene utilizzata anche per sterilizzare strumenti e siti chirurgici.

Sbiancante

“È biondo ossigenato”. Proprio così, quel tipo di colorazione è ottenuta grazie alla nostra H2O2unita in tal caso all’idrossido di ammonio.

Come fa la corteccia di un albero a diventare foglio bianco? Acqua ossigenata.

Uno dei responsabili della colorazione bianca di prodotti tessili? Perossido di idrogeno.

È utile anche per candeggiare i capi delicati o per restaurare i colorati ingrigiti. Si tratta anche di una soluzione più eco-sostenibile della varechina.

Per un sorriso più bianco puoi creare un rimedio casalingo con due cucchiaini di bicarbonato di sodio e qualche goccia di acqua ossigenata per trasformarlo in una pasta dentifricia. Strofinandolo sui denti con lo spazzolino per un paio di minuti, rimuoverai le macchie superficiali.Naturalmente ricorda di non ingerire il composto e sciacquare molto bene la bocca dopo, onde evitare controindicazioni. Questo rimedio non va usato quotidianamente, ma come trattamento occasionale.

Non solo odore pungente e spuma bianca sulle feritine allora, ma tante altre potenzialità. Avete rovesciato tutti i cassetti ma non c’è? Mettetela nella lista, non può mancare.