La Torre di Pisa: la bellezza dell’imperfezione

La Torre di Pisa: la bellezza dell’imperfezione

La Torre di Pisa è uno dei simboli dell’Italia nel mondo, riconoscibile grazie a un celebre errore di progettazione.

Nel XII secolo i lavoratori della ricca Repubblica marinara di Pisa erano all’opera per trasformare la piazza principale. La chiesa, già esistente, venne ingrandita e abbellita, e venne costruito un massiccio battistero a cupola.

Nel 1173 iniziò la costruzione della Torre. Per quanto gli architetti e gli ingegneri del tempo fossero dei maestri nelle loro discipline, erano molto meno esperti del terreno soggiacente. Sotto la superficie della città, la terra è argillosa, fangosa e sabbiosa.

Gli antichi Romani affrontavano una simile situazione attraverso l’impiego di massicci plinti di pietra come fondamenta. Per questa costruzione, si pensò che le fondamenta di 3 metri fossero sufficienti, ma soltanto cinque anni dopo il lato sud della torre era già sottoterra.

La costruzione dell’edificio si interruppe al quarto piano per circa un secolo, quando Pisa entrò in guerra. Durante questa lunga pausa il terreno si assestò, e quando ripresero i lavori nel 1272, la fondazione era più stabile. Sotto la direzione dell’architetto Giovanni di Simone, si cercò di compensare alla leggera inclinazione facendo i seguenti piani più alti sul lato sud. Questo comportò che il peso di questo lato si aggravò e l’edificio sprofondò ancora di più in quel punto, arrivando a inclinarsi a un angolo di 1,6 gradi.

Per i secoli a venire, gli ingegneri misero in campo numerose strategie nel tentativo di raddrizzare la Torre: tutte peggiorarono le cose. Nel 1838 venne scavata una passerella intorno alla base per esaminare la fondazione sommersa, ma la rimozione del terreno circostante aumentò la pendenza. Nel 1935 venne iniettata una malta per rafforzare la base, ma questa non venne distribuita in maniera omogenea nelle fondamenta e il risultato fu un ulteriore sprofondamento.

Tutti questi tentativi falliti, e il terreno di per sé incostante, portarono la Torre di Pisa a pendere di 5,5 gradi, oltre il punto stimato di crollo.

Negli ultimi decenni, grazie alle moderne tecnologie, gli ingegneri sono venuti a conoscenza di tutti i dati relativi al terreno di cui avevano bisogno per definire esattamente il baricentro della torre, la sua traiettoria e a calcolare con precisione quanto scavare per evitare il crollo dell’edificio.

Nel 1992 vennero scavati dei tunnel diagonali per rimuovere 38 metri cubi di terreno da sotto il lato nord della Torre. Controbilanciarono temporaneamente la struttura con 600 tonnellate di piombo e ancorarono la base con cavi d’acciaio. Si decise di mantenere un angolo di 4 gradi per non perdere la caratteristica che ha reso l’edificio famoso in tutto il mondo, e così dovrebbe restare per almeno altri 300 anni!