“Per me una birra champagne, grazie!”
Una richiesta forse strampalata ma sicuramente di tendenza. Le prime Brut IPA sono state prodotte negli Stati Uniti nel 2017: tutte chiare e contraddistinte da un’esplosiva combinazione di brio, aromi ed estrema secchezza. Posseggono una gradazione alcolica relativamente alta e sono realizzate con luppoli particolarmente aromatici per ricreare il bouquet di uno spumante Brut. A causa della necessità di trovare l’equilibrio perfetto, produrre le Brut IPA è la migliore dimostrazione delle competenze di un birraio esperto a causa della necessità di trovare l’equilibrio perfetto.
Come per tutte le IPA, i luppoli sono i principali responsabili dell’aroma caratteristico e tipico del prodotto. Tuttavia a contraddistinguere le Brut IPA è la secchezza finale, legata allo scrupoloso lavoro di fermentazione operato dai lieviti. Un lavoro nel quale è essenziale la mano dell’uomo per l’aggiunta di enzimi specifici.
La maggior parte dei birrai ricorre al potere dell’amiloglucosidasi (AMG), un enizma amiolitico che favorisce la trasformazione degli zuccheri complessi in zuccheri semplici più o meno fermentescibili. Nello specifico, l’AMG può staccare dalla complessa molecola dell’amido singole unità di glucosio, che fermenterà facilmente a contatto con il lievito. L’amiloglucosidasi era stata già impiegata nella produzione di Imperial Stout e delle IPA più luppolate, notando proprio in quest’occasione come la secchezza accentua gli aromi del luppolo.
Per loro somiglianza con gli spumanti secchi, le Brut IPA possono essere abbinate a piatti come salumi, formaggi stagionati ed erborinati, carne alla griglia, pesce e perfino a crostacei, frutti di mare e ostriche. Delle “birre champagne”, come molti amano definirle, che si abbinano perfettamente alle specialità più raffinate e sfiziose.
Sei pronto ad assaggiarla? In alto i boccali!