Che il pesce faccia bene al cervello già si sapeva. Ce lo ripetono da quando siamo bambini, ricordandoci l’importanza del fosforo, così importante per la memoria. Ma è davvero così?
Il fosforo è molto importante per la formazione delle ossa e dei denti. È poi necessario per attivare l’ATP, la molecola che veicola l’energia nell’organismo, permettendo gli scambi di nutrienti ed elettroliti tra le cellule. È anche una componente essenziale delle membrane cellulari, costituite appunto da fosfolipidi, acidi grassi legati a un atomo di fosforo.
Se il pesce è sicuramente ricco di questo prezioso minerale, è anche vero che non ne è la fonte più abbondante: il fosforo è reperibile anche nei legumi, nella frutta secca, nel latte e nel cacao.
Il legame tra pesce e cervello è dovuto soprattutto ad un altro gruppo di preziosi nutrienti: gli omega 3.
I neuroni sono composti di grassi al 35%: un delicato equilibrio tra grassi Omega 6 e Omega 3 fa in modo che le cellule nervose comunichino correttamente tra loro e con l’ambiente esterno. Fondamentale per lo sviluppo e le funzioni cerebrali è il DHA, un grasso particolarmente abbondante nel pesce azzurro.
Oltre a far parte della sua struttura, gli omega 3 proteggono il cervello nel tempo, grazie al loro effetto vasodilatante sulle arterie e fluidificante per il sangue:
Mangiare regolarmente pesce azzurro aiuta quindi a mantenere la nostra materia grigia in forma, sia in età precoce che in età avanzata.
260 volontari si sono messi a disposizione di un gruppo di studio che ha dapprima raccolto informazioni sulle abitudini alimentari, per poi procedere a una risonanza magnetica del cervello di ciascun partecipante.
I ricercatori hanno osservato che, nei soggetti che mangiavano almeno una volta a settimana pesce cotto al forno o alla griglia, le aree cerebrali connesse alla memoria e alle capacità cognitive avevano un volume maggiore del 4 – 14%. Sembrerebbe esserci una correlazione positiva tra il consumo regolare di pesce e rallentamento dell’invecchiamento cerebrale.
Il discorso cambia per il pesce fritto poiché: “friggere espone l’alimento ad altissime temperature con un effetto negativo su quantità e qualità dei nutrienti. Per non compromettere i contenuti di vitamine e acidi grassi è molto meglio cucinare il pesce per tempi brevi e senza raggiungere temperature troppo alte: in questo modo si riducono i rischi che potrebbero derivare dal consumo a crudo, si mantiene più sapore e soprattutto si fa il pieno dei preziosi nutrienti, primi fra tutti gli omega-3” , spiega la dietista Ambra Morelli.
La ricerca pubblicata sull’American Journal of Preventive Medicine consiglia un consumo di almeno una volta a settimana di pesce, ma “meglio sarebbe portarlo in tavola almeno due o tre volte alla settimana, l’ideale è consumarlo quattro volte”, conclude la Morelli. Lo studio stesso aggiunge un’importante conclusione: la strategia di prevenzione deve includere buone abitudini anche al di là della dieta e va avviata con sufficiente anticipo.
Alex Richardson e Paul Montgomery dellaOxford University hanno invece lavorato su un campione di 493 bimbi dai 7 ai 9 anni, dando ragione a quei genitori che tanto si sforzano a proporre pesce ai propri figli. A un maggiore livello di omega 3 nel sangue si associavano migliori prestazioni nella lettura e nella memoria: insomma, il pesce aiuta a prendere bei voti a scuola.
Allenare la mente leggendo o studiando, mantenersi in movimento svolgendo attività fisica e … mangiare pesce: ecco la ricetta per tenerci stretta la memoria.
Lo rivela una ricerca condotta presso laRush University Medical Centere l’Università di Wageningen in Olanda, pubblicata sulla rivistaNeurology.
I ricercatori hanno analizzato le capacità cognitive di 915 anziani di 81,5 anni in media attraverso alcuni test appositamente formulati. Dopo cinque anni sono stati riproposti gli stessi test, per verificare se si fosse presentato un declino delle capacità sotto esame: memoria, velocità di ragionamento, senso di orientamento.
Gli studiosi volevano dimostrare quanto il consumo di pesce potesse influenzare l’eventuale declino, così hanno diviso il campione in gruppi a seconda del consumo settimanale dell’alimento. E’ emerso che mangiare pesce almeno una volta a settimana rallenta la riduzione della memoria e della velocità di ragionamento.
Altro che “memoria da pesce rosso”!
I più ricchi di omega 3 sono: acciughe, aringhe, sgombro, salmone, sardine, storione, trota e tonno. Tutti questi alimenti sono facilmente reperibili e possono essere inseriti in diverse ricette della nostra amata dieta mediterranea.