Il fico che vale

Nella comunissima espressione “non vali un fico secco”, il frutto in questione è sinonimo di “nulla”. Eppure i fichi hanno tanto da offrire, sia freschi che essiccati.

Il fico che vale

Dopo aver parlato di quelli d’India, oggi scopriamo i fichi comuni (ficus carica), infruttescenze di una pianta ramosa tipica dei climi mediterranei. Questo particolare termine, in botanica, indica il complesso di frutti derivati da un’infiorescenza. Per forma e aspetto, le infruttescenze somigliano infatti a un frutto unico nonostante siano formate da tante piccole unità. Il fico è ciò che si definisce un’infruttescenza a siconio, prodotta dalle piante di fico femmina. Esistono anche piante di fico maschio, le quali però non producono “frutti” edibili.

Oltre a piante maschili e femminili, il fico si suddivide ulteriormente in “selvatico” e “domestico”, varietà che fruttifica due volte l’anno. Il fico domestico può produrre due tipologie di fichi: i primaticci, che si formano nei mesi autunnali per essere raccolti in primavera inoltrata, e i fichi veri, che nascono in primavera e possono essere raccolti fino a settembre. Esistono oltre 150 varietà di fichi, diversi per grandezza ma soprattutto colore: bianchi, marroni, viola, verdi e persino neri.

Le proprietà…

Sia secchi che freschi, i fichi sono un’importante fonte di vitamina AC e vitamine del gruppo B. Contengono grandi quantità di potassio, calcio e fosforo. Per l’alto contenuto di zuccheri, i fichi sono molto energetici ma sconsigliati a obesi e diabetici.

…e gli usi!

Hai mai assaggiato i fichi insieme a formaggi stagionati o prosciutto crudo? Freschi o secchi, sono usati in tantissime preparazioni dolci e salate. Come la pizza con i fichi, lo spuntino romano per eccellenza, con pochissimi ingredienti ma ricco di gusto. E ancora confetture, torte, biscotti tutti da realizzare con questo frutto di fine estate.