Non solo arancione e non solo tonda. Sapevate che del prezioso frutto delle cucurbitacee (questo il nome scientifico delle zucche), in Italia esistono tantissime varietà?Tra le più comuni, la Cucurbita maxima, è la classica zucca gialla o arancione, ricca di betacarotene, un antiossidante. Generalmente tondeggiante e di grandi dimensioni, ha delle scanalature verticali che la contraddistinguono. La zucca a trombetta, invece, risponde al nome scientifico di Cucurbita moschata ed è oblunga, ricca di polpa arancione e con buccia fine e liscia. Quella a fiasco (Lagenaria siceraria), di colore verde, è usata nelle zuppe e nelle minestre sin dall’antichità. La zucca mantovana è tra le più pregiate e rinomate del Nord Italia: ha forma leggermente schiacciata, buccia dura, verde e poco liscia, la polpa è compatta e pastosa con un colore arancio acceso. È quella usata per i celebri tortelli.
Deve essere pesante, avere una buccia dura e spessa, senza ammaccature. È matura al punto giusto quando è facile da tagliare.
Le zucche intere si conservano per molto tempo, anche per tutto l’inverno: basta tenerle in un ambiente non umido, con una temperatura tra 12° e 22° gradi e al riparo dalla luce solare diretta.Il consiglio è di lasciarle al sole almeno dieci giorni tra settembre e ottobre in modo che si asciughino.Avendo cura di ritirarle durante la notte per evitare l’umidità, poi si manterranno perfette fino a febbraio.Una volta tagliate, invece, devono essere consumate entro 72 ore. Il metodo migliore per conservare la polpa a lungo è la surgelazione, sia di quella fresca tagliata a fettine o dadini, sia di quella cotta, dopo una bollitura di almeno 2-3 minuti.
Esistono anche delle varietà di zucca non commestibile, ovvero solo per uso ornamentale per decorare tavole o interni. Si tratta per lo più di zucche di dimensioni piccole, con forme strane e allungate e una buccia rugosa.
La zucca veniva coltivata già nel 5.000 a.C. dalle tribù sudamericane. I semi erano ricchi di proteine, ed era facilmente trasportabile, perfetta per gli scambi commerciali. La sua diffusione in Europa si deve ai coloni spagnoli, che qui la importarono, dal XVI secolo in poi.In Italia viene coltivata soprattutto in alcune regioni settentrionali, ma è ampiamente consumata ovunque.Nella tradizione anglosassone, la zucca, scavata e illuminata, è un elemento fondamentale per la vigilia di Ognissanti.Sembra che la tradizione abbia origine in Irlanda nel diciannovesimo secolo, dove era usanza intagliare le più svariate verdure per esorcizzare il sovrannaturale. Tutt’oggi vi si rappresentano volti mostruosi, streghe o fantasmi a seconda dell’abilità e della fantasia. Ma altri popoli usano questo ortaggio per scopi altrettanto artistici.La zucca è stato uno dei primi strumenti musicali: l’uomo primitivo già la usava come maracas, scuotendola e facendo risuonare i semi al suo interno. Ancora oggi è usata in varie parti del mondo come cassa di risonanza per molti strumenti musicali.In passato, le zucche svuotate erano utilizzate come borracce per conservare il vino o per portare in giro l’acqua. Quelle più piccole addirittura per tenere la polvere da sparo o il tabacco da fiuto.
Nonostante il sapore dolce, la zucca è un alimento ipocalorico (26 kcal per 100 g), ricco di potassio, magnesio e vitamine. Valido nelle diete dei pazienti diabetici, grazie al bassissimo contenuto di zuccheri e grassi, compensato da elevate percentuali di fibre, vitamine e sali minerali.
La presenza di acqua per il 94% della sua composizione la rende particolarmente adatta a mantenere l’idratazione e il corretto equilibrio idrico tra l’organismo e le mucose. Ricca di betacarotene, aiuta a contrastare l’insorgenza di radicali liberi, mentre gli Omega-3 riducono il colesterolo e la pressione.
La polpa della zucca è un toccasana per le pelli grasse. Basta schiacciare una fettina di zucca cruda e mescolarla con un pugno di semi di zucca tritati e un po’ di miele. Da applicare sul viso e lasciare in posa per dieci minuti per una pelle più pulita e uniforme.