Sui polpi se ne sentono tante: sono in grado di fuggire dagli acquari, scegliere nascondigli fantasiosi, mimetizzarsi e risolvere problemi. Sono animali parecchio curiosi ma che preferiscono la solitudine alla compagnia del gruppo. Cosa sappiamo dire sulle loro capacità intellettive?
Le cosiddette “teste pensanti” del regno animale (grandi scimmie, elefanti, delfini, balene, pappagalli) hanno in comune due peculiari tratti: vivono in gruppo e a lungo. Questo perché il loro cervello ha bisogno di tempo per svilupparsi e, crescendo, impara a difendersi dai pericoli. Se includiamo però anche il polpo fra le creature pensanti, scopriamo subito a malincuore che è un animale schivo e decisamente poco longevo. Preferisce stare lontano dai propri simili e vive circa due anni, morendo poco dopo l’accoppiamento.
Sono circa mezzo miliardo i neuroni di un polpo, tanti quanti quelli di un gatto domestico. La conformazione cerebrale dell’ottopode prevede la presenza di un cervello centrale che comunica attivamente con otto tentacoli. Da uno studio condotto dagli esperti dell’Okinawa Institute of Science and Technology Graduate University (OIST) è emerso che il polpo ha un solo cervello ma anche otto tentacoli “intelligenti”, ognuno capace di muoversi e prendere decisioni indipendentemente dagli altri. Con i tentacoli, i polpi sono in grado di muoversi, annusare e persino cacciare. Quasi come se avessero otto cervelli ausiliari!
Ciò che ha permesso alla mente del polpo di evolversi è probabilmente la perdita del guscio. I primi cefalopodi si differenziavano dagli altri molluschi poiché erano muniti di una corazza protettiva che permetteva loro di camminare sui fondali, nuotarvi al di sopra ma soprattutto di difendersi dagli attacchi delle altre creature marine. Nel momento in cui gli antenati del polpo ebbero la necessità di raggiungere maggiori profondità per sopravvivere, furono avvantaggiati gli (allora pochi) esemplari senza guscio, caratteristica che diventò poi la regola per l’intera specie. Questo permetteva loro di nuotare con più facilità ma non di proteggersi dai predatori. Ecco che, in mancanza di una corazza, i cefalopodi han dovuto, per così dire, “spremersi le meningi”, imparando a difendersi dai pericoli del mare servendosi della propria propria intelligenza. Solo gli esemplari più astuti riuscivano infatti a sopravvivere e riprodursi, trasmettendo queste capacità alla prole. I polpi sanno cambiare colore per mimetizzarsi e addirittura mimare altri animali per confondere un predatore o una preda… E tutto questo senza saper distinguere i colori!
Come fanno? Ne parleremo in un altro articolo. Continua a seguirci!