Giornata Mondiale della Consapevolezza sugli Tsunami

Giornata Mondiale della Consapevolezza sugli Tsunami

Il 5 Novembre 1854 un’”onda di porto”, termine originale giapponese tradotto in italiano in “maremoto”, colpì violentemente il Giappone. Al villaggio Hiro-Mura, nella periferia di Wakayama, era stata organizzata quel giorno una festa in spiaggia per tutti i cittadini.Qualcuno era in ritardo, per fortuna. Si chiamava Goryo Hamaguchi, l’uomo che riuscì a salvare migliaia di persone da una fine inevitabile.

Il ritardatario avvertì nella sua abitazione una scossa di terremoto, e non lasciò correre. “Dopo un terremoto, arriva uno tsunami”, pensò.Di corsa raggiunse la collina e avvistò una massa d’acqua che si stava avvicinando pericolosamente alla spiaggia. Decise allora di appiccare un fuoco, interpretato dai suoi concittadini come segnale di pericolo: tantissime persone dalla spiaggia si riversarono sulla collina e si misero in salvo da un’enorme tsunami che pochi minuti dopo devastò l’intera costa.

Il World Tsunami Awareness Day

L’emblematico 5 novembre è stato scelto dai depositari del protocollo di Sendai (15 marzo 2015), per rappresentare la Giornata Mondiale della Consapevolezza sugli Tsunami (WTAD).

In diverse località delGiapponesi possono trovare statue di Goryo Hamaguchi che corre con i fasci di paglia. Il racconto del 5 novembre 1854 viene tuttora insegnato nelle scuole elementari di tutto il Giappone, per spiegare ai bambini come comportarsi in caso di tsunami.Un gesto istintivo che risultò efficace in un’epoca in cui non esistevano sistemi di allerta.

Nel 1946 un terremoto con epicentro in Alaska si trasformò in uno spaventoso maremoto che attraversò tutto il Pacifico nel giro di 6 ore, abbattendosi violentemente sulle isole Hawaii: un gran numero di persone perse la vita.Quell’evento diede una scossa alle istituzioni del settore geofisico, che realizzarono un primo sistema di allerta tsunami provocati da terremoti. Le ricerche vennero costantemente portate avanti, permettendo di istituire, in ordine di tempo, rispettivamente: i sistemi di allerta per l’intero Oceano Pacificopoi per l’Oceano Indiano, quello dei Caraibi e, in ultimo, quello del NEAMTWS(North East AtlanticMediterranean and connected Seat Tsunami Warning System).

Gli obiettivi della Giornata Mondiale istituita si possono così riassumere: riflettere sull’importanza di sviluppare sistemi di allerta accurati e tempestivi, rafforzare la governance del rischio da catastrofi e garantire la partecipazione attiva di tutte le istituzioni interessate.

Lo tsunami

A differenza delle “normali” onde generate dal vento, che muove solo la massa d’acqua in superficie, lo tsunami si genera da un terremoto sui fondali oceanici, capace di sollevare tutta l’acqua sovrastante il fondale stesso. L’enorme massa d’acqua, spostandosi in prossimità delle coste, attraversa fondali sempre meno profondi, tendendo a sollevarsi. Uno tsunami, seguendo tale processo, può arrivare anche a 10 metri di altezza: nessuna barriera portuale è in grado di contrastare un simile “palazzo d’acqua”.

La velocità? Anch’essa impressionante se si considera che, quando si trova su una zona di oceano profonda 4000 metri, il maremoto si muove a 700 km/h!

In Italia

Nel 2017 una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri ha istituito il Sistema d’Allertamento Nazionale per i Maremoti di origine sismica (SiAM), coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile, in collaborazione con Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra).

L’Ingv effettua la prima parte dell’allertamento, determinando i parametri del terremoto e stimando in tempo reale il relativo potenziale tsunamigenico. A questo punto fornisce i dati al Dipartimento della Protezione Civile, che ha il compito di distribuirli alle diverse istituzioni del SNPC attraverso la piattaforma tecnologica Siam.

Conclusione

Ilrecente tsunami in Indonesia, provocato da un terremoto di magnitudo 7.3 avvenuto il 28 settembre 2018, ha mostrato che la consapevolezza del rischio può fare davvero la differenza tra la vita e la morte. Le onde di tsunami si sono abbattute sulle coste dell’isola di Sulawesi pochi minuti dopo il terremoto. Molte persone hanno perso la vita perché hanno indugiato sulle spiagge o in prossimità delle coste. Nel video ripreso da due telecamere installate nel giardino di una casa si vede, meno di 4 minuti dopo lo scuotimento provocato dal terremoto, l’arrivo rapido e impetuoso dell’onda di tsunami che travolge l’abitazione.

Il WTAD avrebbe potuto prendere il nome di “Giornata Mondiale degli Tsunami”, se si fosse voluto solamente ricordare al mondo l’esistenza di tale fenomeno naturale distruttivo. L’inserimento del termine “consapevolezza” mira a informare e sensibilizzare le persone sull’enorme rischio che si corre, attuando una comunicazione chiara e che si riferisca alle azioni da compiere in caso di imminente maremoto.