Diversi studi hanno cercato di individuare i meccanismi che portano alla depressione, evidenziando come la nostra serenità sia influenzata dalla presenza nell’organismo di alcuni sostanze dette “neurotrasmettitori”, il cui compito è veicolare le informazioni tra le cellule del sistema nervoso. In particolare i neurotrasmettitori coinvolti in questo processo sono tre: la serotonina (che favorisce la serenità e il benessere), la dopamina (in grado di farci provare interesse verso le cose) e la noradrenalina (che aumenta la nostra carica vitale).
Che ruolo ha il cibo in tutto questo? Semplice, ci sono alcuni alimenti che contengono due sostanze, il triptofano e la tirosina, da cui è possibile sintetizzare questi neurotrasmettitori del benessere. Arachidi, mandorle, pollo, tacchino, bresaola, pesce azzurro: tutti ricchi di triptofano, sono anche alimenti che ben si prestano ad essere inseriti in una dieta bilanciata. Lo stesso si può dire per i legumi secchi, i semi oleosi, il lievito di birra e i formaggi, ricchi di tirosina.
Ci sono poi altre sostanze, presenti in diversi alimenti e in grado anch’esse di influenzare positivamente il nostro tono: le metilxantine eccitanti del tè, del caffè e della cioccolata, l’acido folico (contenuto in abbondanza in insalate verdi, spinaci e legumi) che alza i livelli di serotonina, il magnesio che migliora la resistenza allo stress, le vitamine del gruppo B che intervengono nella trasformazione del triptofano, e tante altre ancora. Scegliere alimenti ricchi di questi principi è il primo modo per “confortarsi” con il cibo in maniera efficace.
Ma l’effetto dei comfort food non è legato solo alla chimica. Ognuno di noi ha un cibo cui è particolarmente legato, in grado di portarci indietro con la memoria e suscitare emozioni intense ogni volta che lo si assaggia. È proprio da queste proprietà evocative che nasce il concetto di “comfort food”: cibo che soddisfa un bisogno emotivo, ben al di là del semplice piacere del gusto. Tutto può quindi essere “comfort food”, dipende dalle esperienze di ognuno di noi: la zuppa di pollo che ci preparava la mamma quando eravamo malati, il minestrone della nonna, l’arrosto che si mangiava tutti insieme a Natale, il latte caldo con il miele bevuto la sera prima di andare a letto… E la maggior parte di questi cibi non solo è in grado di faci sentire subito meglio a livello emotivo, per le associazioni mentali e i ricordi che riesce a stimolare, ma anche a livello fisico, grazie ai nutrienti che fornisce.
Non è un caso che la mamma in inverno ci preparasse proprio il brodo di pollo fumante: se, in generale, la consistenza liquida e il calore del brodo danno ristoro e conforto, quello di pollo contiene in più alcuni ingredienti attivi sul sistema immunitario. Queste sostanze regolano, tra l’altro, la secrezione di muco, e la loro presenza potrebbe spiegare l’efficacia del brodo di pollo nel bloccare le manifestazioni tipiche del raffreddamento come il “naso che cola”. Per non parlare del latte tiepido con il miele, che subito ci riporta con la mente all’infanzia, ricco di calcio, proteine ed eccellente contro tosse e raffreddore per le proprietà emollienti e antimicrobiche del miele.
E chi non conosce quella sensazione di conforto che si prova quando, di rientro dal lavoro in una fredda sera invernale, si può finalmente gustare un piatto di minestrone di verdura fumante. Anche in questo caso coccolando la mente ci prendiamo cura del nostro corpo, grazie ai minerali, le fibre e i preziosissimi fattori antiossidanti contenuti nei diversi ortaggi, pronti ad alzare le nostre difese immunitarie e a proteggerci dai malanni della brutta stagione.
Purtroppo oggi i ritmi serrati che la società impone hanno creato confusione, e l’idea di “comfort food” (generi di conforto) ha finito nella testa di molti per associarsi a quella di “junk food” (cibo spazzatura): snack pronti, dolci e salati, che gratificano scatenando meccanismi puramente fisiologici e che, per la loro composizione ricca di grassi e zuccheri, rischiano di creare veri e propri problemi di salute se diventano la panacea contro tutti i momenti di malinconia, noia o tristezza. La naturale attrazione per il gusto dolce, la simpatia per il salato, la preferenza verso il croccante e per quella sensazione vellutata che i grassi conferiscono ai cibi, sono alla base del successo dei junk food, primi tra tutti patatine in busta e popcorn. Salatissimi e molto calorici, sono i principi del junk food, da relegare al ruolo di rare trasgressioni alimentari. Senza dimenticare anche tutti quei dolci che forniscono unicamente calorie “vuote”, non associate cioè alla presenza di fattori nutritivi utili. L’elenco è lungo: caramelle, barrette ripiene di mou o di crema al cocco, gelatine dolci… ma nessuno di questi snack avrà mai il requisito fondamentale del perfetto comfort food: ingredienti sani, uniti a ricordi belli e amore.