Bucce d’arancia e batterie

Il recupero dei minerali contenuti nelle batterie è un processo complicato, che comporta alte spese energetiche e rischi a livello ambientale. Una possibile soluzione, però, potrebbe venire dalla buccia delle arance. Come? Scopriamolo.

Bucce d’arancia e batterie

È forse una delle gag più divertenti della storia del cinema: Ollio mangia una banana e getta a terra la buccia, che fa scivolare un pasticciere con una torta in mano. Da qui parte una carrellata di torte in faccia, di cui la prima vittima era colui che aveva abbandonato la buccia a terra. Era il 1927, il film in questione è “La battaglia del secolo”, con protagonisti Stan Laurel e Oliver Hardy, Stanlio e Ollio.

Oggi parliamo però di un’altra buccia, priva di potenziale comico ma estremamente interessante da quello ecologico.

Premessa

Le batterie che terminano la loro energia provocano non pochi grattacapi: vanno gettate nei rifiuti speciali perché al loro interno contengono preziosi minerali che vengono recuperati.

Il metodo classico di recupero prevede una fusione della batteria a circa 500 gradi, in modo da raccogliere i metalli allo stato liquido. È facile intuire che per raggiungere una temperatura simile c’è bisogno di un alto apporto energetico. Inoltre, la fusione produce deigas tossici.

Un altro processo di estrazione sfrutta le proprietà di alcuni acidi mischiati al perossido di idrogeno, che consentono di recuperare i metalli dopo aver triturato il rifiuto. Questo non prevede alti consumi di energia, ma le reazioni degli acidi con la batteria producono comunque gas pericolosi.

La soluzione

Un team di scienziati della NTU (Nanyang Technological UniversitySingapore sembra aver trovato la soluzione a questi problemi. All’interno dell’università è stato installato un laboratorio, SCARCE, volto a sviluppare metodi più ecologici per riciclare batterie e altri rifiuti elettroniciEssiccare la buccia d’arancia al forno e successivamente macinarla e mischiarla all’acido citrico(acido organico debole presente negli agrumi) a contatto con la batteria sono i processi che portano dritti all’obiettivo: recuperare e riutilizzare vecchie batterie.

La chiave sta nella cellulosa che si trova nella buccia d’arancia, che viene convertita in zuccheri durante il processo di estrazione. Questi zuccheri migliorano il recupero dei metalli dai rifiuti delle batterie. Gli antiossidanti naturali presenti nella buccia d’arancia, come flavonoidi e acidi fenolici, contribuiscono ulteriormente all’efficienza” dicono gli scienziati.

Gli esperimenti fatti in laboratorio hanno portato all’estrazione con successo di circa il 90% di cobalto, litio, nichel e manganese da batterie esaurite. Dai materiali recuperati i ricercatori hanno quindi assemblato nuove batterie agli ioni di litio, che hanno mostrato una capacità di carica simile a quelle commerciali.

Il prossimo step consiste nel trasformare quel 90% in un 100%, sfruttando sempre più materiali organici non inquinanti. In tal modo si conserva il grande potenziale energetico delle batterie, combattendo allo stesso tempo il problema di cui accennavamo all’inizio: gli scarti alimentari passeranno dalle strade ai laboratori, in un ri-ciclo senza sosta.