Insieme a lamponi, fragoline e mirtilli, le more sono prelibati frutti di bosco presenti su tutto il nostro territorio. Si tratta di una pianta selvatica appartenente alla famiglia delle Rosacee, capace di crescere con grande facilità ma difficile da eradicare, fattore che la porta a essere considerata infestante. I suoi frutti sono costituiti da piccole drupe che cambiano gradualmente colore, passando dal verde al rosso e, infine, al nero. Giungono a maturazione nel pieno dell’estate, precisamente in agosto.Tuttavia i cambiamenti climatici hanno notevolmente anticipato queste tempistiche, portando molti roveti a riempirsi di more mature già nel mese di luglio.
Le more sono ricche di vitamine, sali minerali, flavonoidi e antocianine, sostanze dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Fonti di fibre, garantiscono un corretto funzionamento dell’intestino, svolgono un’azione depurativa e sembrano limitare anche il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari. Infine, il loro sapore rinfrescante e il ridotto contenuto di zuccheri le rendono ideali per chi segue una dieta ipocalorica.
Raccogliere le more selvatiche può essere rischioso in quanto le spine sono presenti sul retro delle stesse foglie. Nelle coltivazioni – diffuse perlopiù in Trentino Alto Adige e nelle aree rurali di Lombardia ed Emilia Romagna – non c’è il rischio di pungersi poiché le varietà di more utilizzate sono prive di spine. Contrariamente a quelle selvatiche che tendono a crescere in maniera disordinata, questa tipologia di more ha un portamento semi-eretto, ideale per la coltivazione in vaso.
Sulle fette biscottate, su una crostata o una crêpe, la marmellata di more può rendere davvero speciale la nostra colazione. Oltre che per realizzare golose conserve, questi frutti possono essere surgelati e usati in seguito per decorare dolci o preparare freschissimi frullati! Le more possono anche essere sciroppate a freddo o ancora gustate al naturale in una ricca insalata.