Il paguro è un crostaceo più unico che raro. La sua peculiarità sta nell’utilizzare conchiglie vuote e gusci abbandonati da altri animali per proteggere il suo corpo prevalentemente molle. In ogni fase della sua crescita, il paguro sente il bisogno di “traslocare”, ricercando una conchiglia più capiente per difendersi dai pericoli esterni. Le conchiglie scelte dai paguri (solitamente abbandonate da gasteropodi o molluschi) devono permettere loro di nascondersi interamente all’interno per passare inosservati all’occhio dei predatori.
In alcuni casi, la conchiglia del paguro può essere “abbellita” per migliorare la sua funzione di difesa. Come? Con delle attinie, piccoli anemoni marini dal forte potere urticante, che il paguro posiziona sopra il guscio e porta con sé al momento di cambiarla. Le due creature entrano in una vera e propria simbiosi: mentre il paguro nutre l’attinia con gli scarti del proprio cibo, questa lo aiuterà a mimetizzarsi proteggendolo dai nemici.
Cosa succede quando i paguri non trovano casa? Lo scorso anno in Thailandia si è verificato un fenomeno che ha messo in allarme i gestori del parco nazionale di Mu Koh Lanta, nella provincia del Krabi. In assenza dei turisti, i paguri hanno avuto modo di moltiplicarsi oltre misura ma senza avere una dimora dove ripararsi. Le conchiglie a disposizione non sono infatti sufficienti per tutti i paguri nati e cresciuti in quest’arco di tempo, e gli animali sono costretti a utilizzare ripari di fortuna come tappi e bottiglie vuote.
Privi di una corazza, i paguri sono esposti a ogni tipo di pericolo ed è nell’interesse del personale del parco reperire un guscio per ogni esemplare. L’appello fatto è stato forte e sincero: “donateci le vostre conchiglie”. Collezionisti o appassionati di souvenir marini sono stati invitati a spedire al parco le loro conchiglie che fungeranno da casa per i paguri thailandesi.