Non è facile dire presso quale popolo o in che epoca sia stata inventata la pasta di frumento. Le sue origini sono sicuramente antiche e, a giudicare dagli ingredienti, parte integrante della tradizione mediterranea. La prima testimonianza dell’esistenza della pasta proviene da un’opera di Aristofane, commediografo dell’antica Grecia che già nel V secolo a.C. parlava di una pietanza molto simile ai ravioli.
Solo negli scritti di età romana come quelli di Apicio (a cui è attribuito il primo ricettario della storia, De Re Coquinaria) e Orazio si parla più espressamente di “lagane”, un insieme di sfoglie di pasta fresca più o meno larghe, farcite con carne o verdure. Il nome ce lo ha già fatto intuire ma sapere che queste venivano cotte in forno ci conferma di essere davanti alle antenate delle moderne lasagne.
Dopo la caduta dell’Impero Romano sono gli Arabi a personalizzare e diffondere la pasta come la conosciamo oggi. Contrariamente a quella fresca consumata in passato, in Africa erano soliti essiccare la pasta al sole per ridurne il contenuto d’acqua e renderla più duratura. Durante gli spostamenti e i viaggi esplorativi, infatti, si aveva la necessità di portare con sé un prodotto leggero e poco deteriorabile, che fosse ad alto apporto energetico. Oltre a realizzare e consumare per primi la pasta secca, gli Arabi ne diffondono la produzione nel Mediterraneo e in Sicilia. Lo storico dell’epoca Al-Idrisi racconta di come proprio sull’isola, a Trabia (l’attuale Palermo), venisse preparata la triyah, una pasta filiforme prodotta in grandi quantità sfruttando le numerose coltivazioni di grano e i mulini in loco. Tutta questa pasta veniva poi esportata in Calabria e in altri Paesi musulmani e cristiani, spedendone parecchi carichi anche via mare. È in questo periodo che le lagane romane lasciano il posto a sottili fili di grano essiccati, i precursori degli attuali spaghetti: facili da trasportare, veloci da cuocere e versatili da condire.
Solo nel 1600, in un contesto tutt’altro che roseo, la pasta diventa finalmente un alimento di massa. Siamo a Napoli, sotto il dominio spagnolo e nel pieno della carestia, dove con il crollo del consumo di carne e pane la popolazione si rivolge alla pasta, un alimento che già gli arabi consideravano altamente nutriente e che ora diventa più economico grazie agli strumenti tecnologici impiegati nella produzione. La gramola, il torchio e la trafila sono solo alcune delle nuove tecnologie che iniziano ad essere usate in tutti i pastifici dello stivale per produrre grandi quantità di pasta in breve tempo e a un prezzo accessibile a tutte le fasce della popolazione. Per l’accoppiata con il pomodoro dovremo aspettare ancora quale anno, come raccontato qui.
Dopo questo breve excursus storico non sappiamo ancora quando o dove sia nata di preciso la pasta. Siamo solo sicuri di parlare di un prodotto che ci caratterizza e che ogni 25 ottobre – come proposto 26 anni fa dai produttori del settore – festeggiamo con orgoglio e pentole alla mano. E tu sei pronto a gustare un bel piatto di spaghetti per questo World Pasta Day?