Le sue origini sono avvolte nel mistero: esiste una leggenda a riguardo (non confermata da alcuna fonte storiografica) ambientata in un birrificio del XIX secolo nella cittadina di Kulmbach, in Baviera. Secondo il mito, venne chiesto a un tirocinante di spostare una botte di birra in una zona più calda dell’edificio, ma questi non vi riuscì. La birra si ghiacciò durante la notte al punto che ruppe le doghe della botte.
Quando il mastro birraio arrivò la mattina successiva, trovò dei pezzi di legno sparsi e un blocco di ghiaccio scuro. Decise di assaggiarlo e lo trovò piacevole, e così nacque questo particolarissimo stile di birra.
Si chiama Eisbock, e il processo per ottenerlo è più o meno quello della storiella: il termine tecnico è “distillazione a freddo”.Si lascia ghiacciare la birra, solitamente una Doppelbock (forti birre invernali tedesche), e si recupera la parte rimasta liquida: essa sarà un concentrato delle componenti alcoliche e zuccherine della birra. Di conseguenza la bevanda che si ottiene risulterà estremamente forte, con un contenuto alcolico che andrà dai 7 gradi fino addirittura ai 40.
Le Eisbock sono birre scure, piene, complesse e dallo spiccato profilo maltato, con un corpo viscoso e aromi molto intensi. Il luppolo è quasi assente, mentre sono percepibili note di caramello.La carbonazione è generalmente bassa e la consistenza risulta piuttosto morbida.