Vive nel mare, è affascinante e, guardandola dall’alto, somiglia a un grattacielo azzurro che si muove in orizzontale: è la fantastica balenottera azzurra, l’animale più grande del mondo!
Riferiamoci alla più grossa delle grosse: è lunga 33 metri e mezzo e pesa 190 tonnellate, per capirci meglio, 190 mila chili!I suoi denti, detti fanoni (filtrano l’acqua trattenendo il cibo), sono lunghi oltre tre metri e pesano in totale circa 250 kg. La lingua misura 6 metri e sulla bilancia tocca quota 4000 kg.
Andiamo avanti?
Si nutre di molluschi, meduse, crostacei e, direi, di ciò che trova, per un consumo medio giornaliero equivalente a 3600 kg di cibo.
Nuota mediamente a una velocità di 20 km/h e la si può trovare in tutti gli oceani del mondo. Comprende infatti diverse sottospecie, la più numerosa è la B.m. musculus, che conta oggi circa 2000 esemplari.
È un mammifero migratorio, perciò si sposta spesso: nelle stagioni calde abita frequentemente le acque del circolo polare artico, in inverno ama spostarsi in zone più calde.
Non elencheremo tutti gli organi e le relative dimensioni, ma abbiamo scoperto che l’enorme mammifero ha anche un cuore grande: nel 2015 un team di biologi canadesi è riuscito a recuperare per la prima volta il cuore di una balenottera azzurra. L’animale era rimasto congelato nelle acque dell’Atlantico per quasi un anno: l’organo non era perfettamente conservato e ricostruirne l’anatomia ha richiesto tempo, pazienza e una buona dose di inventiva. Pesava circa 180 kg e si è scoperto che a ogni battito riusciva a pompare circa 220 litri di sangue. L’operazione ha richiesto più di una settimana di tempo oltre che equipaggiamenti speciali, in parte chirurgici in parte da industria pesante. Gli scienziati hanno prelevato l’intero scheletro dell’animale, il cuore e campioni di vari tessuti. La balena, insieme ad altri 8 esemplari, era annegata a causa di uno spesso strato di ghiaccio che le impediva di risalire in superficie per respirare.
Per spiegare questo processo è utile menzionare un’altra ricerca, compiuta da una equipe di ricercatori della Stanford University.Gli scienziati hanno realizzato un sensore a ventosa, dotato di misuratore del battito cardiaco e rilevatori di profondità (per le immersioni ed emersioni) e GPS, che è stato applicato sulla pelle della balenottera.
È emerso che il battito cardiaco nella fase di immersione varia tra i 4 e gli 8 battiti al minuto, riducendosi a 2 in alcune situazioni. Anche quando si nutre l’animale mantiene una bassissima frequenza cardiaca. Può resistere sott’acqua per circa 20 minuti, dopodiché deve necessariamente “riprendere fiato” risalendo in superficie, dove i battiti si attestano tra i 30 e i 37 al minuto, massima frequenza per il cetaceo.
Anche l’animale più grande al mondo compare nella lista delle specie a rischio estinzione, dopo che la Commissione internazionale per la caccia alle balene (Iwc), ne ha sancito l’intoccabilità nel 1986.
Ma chi caccia le balenottere, e soprattutto, perchè?
Tre Paesi nel mondo: Islanda, Norvegia e Giappone sono in pole position. I nipponici sono stati gli ultimi a sfilarsi dalla commissione sopra citata, rivendicando il diritto a continuare la tradizione.
Spieghiamo meglio.
Dopo le due bombe nucleari, gli americani fornirono al Giappone le proprio baleniere per procurarsi una facile fonte di sostentamento. In base ai dati del governo, negli anni ’60 il consumo di carne di balena si assestava intorno alle 200mila tonnellate l’anno. Secondo gli studi di Junko Sakuma, che ha lavorato per anni con Greenpeace nell’arcipelago, oggi un giapponese mangia in media 30 grammi di carne di balena all’anno. Praticamente nulla, soltanto il 5 per cento circa della popolazione giapponese mangia abitualmente carne di balena.
Lo sterminio sfrenato sarebbe allora giustificato con: preservare la tradizione, portare avanti ricerche scientifiche e sovranità territoriale. Il Governo sostiene chela caccia alle balene è parte della cultura del Paese, che è stata portata avanti per centinaia di anni e che non intende farsi dire da altri cosa può fare o non fare. Lo stesso premier Shinzo Abe tratta l’argomento come un baluardo a difesa dei costumi nipponici. Il dato assurdo è che il settore non riesce a mantenersi da solo, ma sono i contribuenti a doverlo finanziare: negli ultimi trent’anni sono stati spesi circa 400 milioni di dollari per sterminare letteralmente questa specie.
Nell’ottocento si contavano milioni di esemplari, agli inizi del 2000 la situazione era degenerata: erano rimaste in vita poche centinaia di balenottere azzurre. Oggi la situazione, grazie agli sforzi delle associazioni e commissioni a difesa delle specie a rischio estinzione, è leggermente migliorata, si è tornati a una decina di migliaia di individui.