Come abbiamo già visto, un vigneto è normalmente costituito da “cloni” dello stesso esemplare di vite. Nonostante ciò l’esposizione alla luce, le caratteristiche del terreno e l’umidità possono determinare molte differenze nella crescita delle piante e nel loro rischio di ammalarsi, anche in condizioni di relativa vicinanza.
Una soluzione è continuare a concimare, irrigare e trattare omogeneamente tutto il vigneto, abbondando con i prodotti e determinando sprechi di risorse, inquinamento e una minor qualità del prodotto finale.
L’alternativa verso cui si stanno muovendo sempre più produttori è creare soluzioni ad hoc per ciascuna pianta, risparmiando risorse e guadagnando in produzione. Se un tempo era impensabile aggirarsi con un quaderno per ettari ed ettari di terreno per esaminare ogni foglia, oggi la tecnologia viene in nostro soccorso.
La viticoltura 2.0 parte dall’utilizzo di sensori in grado di analizzare la fluorescenza della clorofilla. Questi vengono applicati ad un quad o un trattore che, come uno scanner, attraversa il vigneto mappando i parametri di ogni pianta, permettendoci di stimare il suo fabbisogno di acqua e nutrienti, la quantità di frutti che sta producendo e il loro contenuto di zuccheri.
I dati vengono trasformati in una mappa di prescrizione, che classificherà le viti in base al vigore (alto, medio o basso). Ora entra in gioco la concimatrice a rateo variabile, che apre e chiude il rilascio di concime con l’aiuto della mappa di prescrizione e di un GPS.
Grazie a questo sistema innovativo, i viticoltori riescono a ridurre del 40% l’utilizzo di fertilizzanti, del 10-15% quello di antiparassitari e del 10-15% i consumi di carburante per i trattori.
Anche il momento della vendemmia può variare a seconda dei dati: se l’agricoltore desidera un determinato grado di maturazione per tutti i grappoli, le analisi permetteranno di differenziare il momento della raccolta, restituendo un vino con maggiori garanzie di qualità.
Questo è solo un esempio di come l’innovazione tecnologica, alla quale spesso si guarda con diffidenza, ci possa guidare verso una maggiore sostenibilità e prodotti con standard di gusto e sicurezza sempre più elevati. Quale sarà il prossimo passo?