Il settore agroalimentare è, per il nostro Paese, una fetta molto importante di economia.
I turisti, ad esempio, sono attratti dalla bellezza unica delle città d’arte, ma spesso con un simpatico accento pronunciano frasi del tipo: “Io qui per mangiare pizza!”
La qualità e l’immensa varietà dei nostri prodotti tipici sono riconosciute in tutto il mondo e il vino è un’importante parte di questo successo.
486: le varietà di uva da vino presenti su tutta la Penisola. Nel dato, del 2012, sono stati inseriti solo le varietà ufficiali, perciò negli ultimi otto anni è molto probabile che sia stata superata quota 500.
50.43 milioni: gli ettolitri di vino prodotti in Italia nell’anno 2018 secondo la stima dei dati ISTAT.
20.8 milioni: ettolitri di vini di qualità DOCG e DOC. La prima sigla (denominazione di origine controllata e garantita) è presente sui vini che rientrano in severi limiti di: tipi di uva utilizzati, rendimento in base agli ettari, procedure di vinificazione e invecchiamento. Inoltre è previsto un ultimo step in cui, dopo l’imbottigliamento, una commissione di esperti assaggia il vino e decide se è meritevole della denominazione.
DOC (denominazione di origine controllata) accerta invece, oltre alla qualità, anche degli specifici criteri di provenienza territoriale, sottostando a regole leggermente meno stringenti dei DOCG.
In Italia vige l’obbligo di apporre su ogni bottiglia di vino DOC o DOCG uno speciale contrassegno, stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, noto come “fascetta”, sul quale è impresso un codice alfa-numerico ditracciabilità.
13.3 milioni: ettolitri di vino IGT prodotti in Italia. “Indicazione geografica tipica” è la classificazione più bassa delle denominazioni di origine, ma presuppone diversi standard a cui sottostare. E’ perciò garantita la provenienza e l’accuratezza nel trattamento dell’uva. Sono circa 118 i vini italiani che rientrano in tale categoria, la maggior parte dei quali, secondo gli esperti, di ottimo livello.
16.3 milioni: ettolitri di vini comuni e da tavola, apprezzati soprattutto all’estero.
2000: imprese industriali impegnate nella produzione di vino in Italia, distribuite in tutte le regioni. Le migliori in termini di rendimento sono il Veneto e la Puglia, le qualità più apprezzate all’estero sono invece la toscana e la piemontese.
6.2 miliardi: fatturato annuo (2018) delle esportazioni di vino italiano nel mondo. Siamo secondi solo alla Francia nella classifica mondiale. Circa il 20 % del vino esportato nel mondo, infatti, proviene dalla nostra Penisola.
11 miliardi: valore totale annuo del settore del vino in euro.
Pensate che, in alcuni casi, è stato proprio il vino a permettere la conservazione dei nostri luoghi da favola.
Ricollegandoci ai turisti, sono numerosi quelli che spendono più di qualche giorno in Italia, perché consapevoli che la città è solo una delle tante attrazioni da vivere.
Prendiamo a titolo di esempio Firenze: l’arte domina la città, ma tutt’intorno, a pochi chilometri dal centro, si trovano delle colline che offrono paesaggi mozzafiato. Negli scorsi secoli la “collina tipica” era formata da campi di grano, orti, uliveti e vigneti, ma con la modernizzazione queste zone venivano via via abbandonate poiché poco redditizie. I coltivatori rimasti si sono trovati di fronte a un bivio: convertire i terreni agricoli in spazi industriali o moltiplicare i vigneti. Hanno optato per la seconda.
È grazie alla coltivazione della vite che il terreno non è stato abbandonato e ancora oggi possiamo ammirare le verdi colline toscane.