London Beer Flood, letteralmente “Inondazione di birra della città di Londra”.
Esattamente 206 anni fa la capitale britannica fu luogo di un evento che, a sentirne parlare, potrebbe sembrare uno “scherzo” da parco divertimenti. In realtà fu una vera e propria tragedia.
Al birrificio Meux’s Brewery Co Ltd, situato nella via principale del quartiere Tottenham, la Tottenham Court Road, una cisterna contenente 610mila litri di birra esplose per cause non accertate. Lo scoppio coinvolse anche altri fusti: il 16 ottobre 1814 1 milione e 470mila litri di birra inondarono il quartiere.
A farne le spese fu il piccolo sobborgo St Giles, dove morirono annegate nove persone. Il bilancio avrebbe potuto essere ben peggiore, visto che nel birrificio c’erano tini molto più capienti di quelli coinvolti nell’incidente. Al momento dell’esplosione inoltre molte abitazioni erano vuote, fortunatamente. Tante persone furono tratte in salvo con enormi difficoltà, mentre i motivi principali di decesso furono l’annegamento e i traumi legati allo scontro con il muro di birra, alto 15 metri.
Il tipo di birra era la più famosa del Paese all’epoca, la Porter. I birrai la lavoravano in cisterne così grandi per evitare l’ossidazione e perché sostenevano che affinasse perfettamente il gusto della bevanda.
Il Meux’s Brewery fu chiaramente citato in giudizio come responsabile dell’accaduto.
Il giudice archiviò il caso come un Act of God, un atto divino, imprevedibile: nessuno era responsabile.
L’azienda perse circa 7000 sterline, ma riuscì a rialzarsi: è rimasta in vita per un altro secolo, fino alla chiusura e conseguente demolizione dell’edificio nel 1922.
Oggi al posto del birrificio si trova il Dominion Theatre, e un pub della zona, l’Holborn Whippetbar, il 16 ottobre di ogni anno commemora la tragedia servendo ai londinesi caldarroste e birre di diverse varietà: al duecentesimo anniversario ad esempio ne sono state prodotte appositamente tre.