C’è chi è biondo, ma voleva essere moro, chi invece è rossa ma si preferisce castana. Si dice addirittura che Cleopatra, così come altre donne in Egitto, usasse nascondere i suoi capelli grigi, sintomo di vecchiaia, con l’henné, un colorante in uso ancora ai giorni nostri.
Ma a cosa è dovuto il colore dei nostri capelli? E come funzionano i coloranti? E perché a un certo punto i capelli diventano bianchi?
La colorazione naturale dei capelli dipende da un pigmento prodotto dai melanociti, la melanina, che si presenta in due forme differenti: eumelanina e feomelanina.I capelli neri o castani, quindi scuri, dipendono dalla presenza di una grande quantità della prima forma. L’alta concentrazione di feomelanina invece determina i colori più chiari, rosso e biondo.
Secondo le attuali conoscenze in campo genetico, la colorazione scura deriva dai geni dominanti trasmessi dai genitori, mentre i colori chiari dai geni recessivi.
Bisogna chiarire che il colore dei capelli, così come quello degli occhi, non dipende esclusivamente dai genitori, ma dal patrimonio genetico che essi hanno a loro volta ereditato.
Se siete entrambi castani e vostro figlio nascerà con i capelli biondi perciò non chiamate l’esorcista (si scherza), ma cercate nel vostro albero genealogico i biondi responsabili.
Sappiate anche che il bimbo non rimarrà biondo per tutta la vita, perché con l’avanzare dell’età potrà venire incontro a due possibili scenari: la perdita dei capelli, o il passaggio ai capelli grigi o bianchi. Perché?Fisiologicamente ogni persona, tra i 30 e i 40 anni, scopre la presenza dei primi capelli bianchi. Ciò dipende dal fatto che il corpo, a partire da questa età, riduce la produzione di melanina.
Se ne compare qualcuno a 20 anni quindi vuol dire che si sta già invecchiando? No, è ancora una volta una questione genetica: in questo caso è molto probabile che i consanguinei abbiano subito la stessa sorte. Lo stesso discorso vale per i nonni sempreverdi, quelli che presentano ancora il colore naturale dei capelli a 60-70 anni.
Ci sono però altri fattori che determinano queste condizioni. I capelli bianchi in età giovanile ad esempio possono dipendere da uno stile di vita stressante e poco equilibrato.
Perché alcuni anziani hanno i capelli bianchi e altri grigi? Il bianco indica la scomparsa totale della colorazione naturale e quindi l’arresto definitivo della produzione di melanina. Il grigio invece indica la presenza di una minima parte del colore naturale dei capelli, solitamente neri, e quindi la produzione di melanina è ridotta ma non terminata. Il rimedio? Uno e unico, tingersi i capelli.
Esistono tre tecniche differenti di tintura: una temporanea che agisce sull’esterno del capello, una permanente che entra in profondità e colora i capelli dall’interno, e una via di mezzo tra le due.
La prima si realizza con dei prodotti che si trovano facilmente sugli scaffali dei supermercati o dei negozi per cosmetici. Sono delle sostanze già colorate che si limitano a depositare il colore sull’esterno del capello. Sono costituite da coloranti con PH acido che si legano debolmente alla cheratina dei capelli. La debolezza del legame fa sì che questi coloranti vengano facilmente rimossi con il lavaggio, per questo si parla di tintura temporanea.
L’80% del mercato delle tinture è rappresentato dalla seconda tipologia, quella permanente.Per permettere che il colore desiderato rimanga appunto a lungo sui capelli devono verificarsi alcune reazioni chimiche, sia sul prodotto che all’interno del capello.
La tintura si ottiene da due prodotti separati. Uno, detto “crema colorante”, contiene tutti i precursori dei coloranti e l’ammoniaca. L’altro contiene additivi che si occupano di conservare la consistenza e a preservare i componenti della crema colorante. L’ingrediente predominante di questo secondo prodotto, detto “latte rivelatore”, è il perossido di idrogeno, meglio conosciuto come acqua ossigenata.Appena i due prodotti entrano in contatto parte la prima reazione chimica, che porta al colore da applicare. Se prevale l’acqua ossigenata rispetto ai precursori dei coloranti si avrà una colorazione più chiara e viceversa.
A questo punto la tintura ricavata viene spalmata sui capelli. Qui inizia la seconda reazione portata avanti dall’ammoniaca, una sostanza che alza fortemente il PH, lasciando strada libera all’acqua ossigenata per le successive reazioni. Prima di tutto l’H2O2 rompe la struttura chimica della melanina, comportando una “decolorazione” dei capelli. Ciò è fondamentale poiché la nuova colorazione darà risultati solo se la melanina è inattiva.
Facendo un passo indietro, la reazione che avviene tra latte rivelatore e crema colorante comporta anche una trasformazione chimica molto importante, quella responsabile della permanenza a lungo termine.Quando i due prodotti vengono a contatto infatti alcuni precursori dei coloranti, detti accoppianti, trasformano la loro struttura molecolare, legandosi ad altri prodotti: da una molecola piccola si passa a una molecola molto più grande.
Applicando la soluzione di colore ottenuta rapidamente al capello, succede questo: le molecole piccole (portatrici del colore) si insidiano nel capello, dove poi trasformano la loro struttura e rimangono intrappolate perché sono troppo grandi per poter uscire.
Non rimane che descrivere la via di mezzo, che sostanzialmente applica entrambi i meccanismi sopra menzionati. Non sfruttando però a pieno le reazioni chimiche tipiche della tintura permanente, tramite tale tecnica la colorazione rimarrà invariata per un periodo indicato sulla confezione, variante in media dai 20 ai 28 lavaggi.